SpD – I Diari – Vedelago 1 e Castelfranco Veneto 3

Raccogliamo qui i racconti delle settimane di servizio svolte dai clan nell’ambito del progetto “Sentieri per Domani”.

Vedelago 1 e Castelfranco Veneto 3

Clan/fuoco di formazione “Luci di Halley”

GIORNO 1 – 20 LUGLIO 2019

Cogliendo al volo la proposta lanciataci dall’Agesci, oggi 20 luglio 2019, prende avvio la nostra esperienza nel piccolo paese di Posina per portare il nostro servizio in uno dei luoghi colpiti dalla tempesta Vaia del 29 ottobre 2018. Dopo essere stati accolti dalla responsabile regionale Silvia Pennacchia e da Fabio Fogu (incaricato settore Comunicazione) che ci hanno salutato calorosamente e augurato Buona Strada sui Sentieri per domani, abbiamo partecipato ad un corso di formazione condotto dal presidente del CAI della Regione Veneto Renato Frigo e da altri due volontari del CAI i quali ci hanno dettagliatamente informato sulle attenzioni da avere in montagna: muoversi in sicurezza, rispetto della natura, incontri inaspettati sui sentieri (vipera, zecche, altri animali), attenzione nell’utilizzo degli strumenti di lavoro (pale, picconi, forbici, pennelli e diluenti). Terminata questa parte informativa ci hanno lasciato tutto l’occorrente per il lavoro nei sentieri e ci hanno dato appuntamento alle ore 8.00 del lunedì mattina per partire con questa nuova avventura.
Dopo cena siamo usciti in piazza, attirati dalla musica festosa che proveniva da lì, e siamo rimasti positivamente colpiti dalla calorosa accoglienza della comunità di Posina, che ci ha facilmente coinvolti nel clima festoso di una ricorrenza paesana. I posinati si sono dimostrati molto disponibili e aperti, cercando anche la nostra compagnia e apprezzando il fatto che noi abbiamo cercato un contatto mescolandoci tra loro nella danza.

GIORNO 2 – 21 LUGLIO 2019

Abbiamo cominciato la giornata partecipando alla Messa del paese delle ore 9.30 impegnandoci al meglio per animarla attraverso canti e altri piccoli servizi. Finita la Messa, spinti dalla voglia di entrare ancor più in contatto con le persone del posto, ne abbiamo approfittato fermando qualcuno di loro per porgli qualche domanda e poter così capire meglio la storia del paese in cui ci troviamo e quali sono i risvolti che la calamità naturale ha avuto sul luogo e sulla popolazione.
Le informazioni che abbiamo raccolto ci hanno permesso di entrare nel vissuto di Posina. Anche se il paese non è stato colpito direttamente ha subito però alcune conseguenze, infatti a causa della tempesta Vaia si è dovuta chiudere a causa di manutenzione un’importante via di comunicazione con il Monte Pasubio e alcuni sentieri hanno subito danni come alberi sradicati, caduta di detriti e sassi, ostruzione di canali di scolo e rami che impediscono il passaggio agli escursionisti.
E’ stato commovente vedere i loro occhi caricarsi di emozione mentre raccontavano l’accaduto di quei giorni ricordando la furia del vento, la velocità di discesa dell’acqua e la sua enorme quantità che ha invaso i sentieri della Val Posina. Hanno raccontato come questo disastroso evento li abbia riportati indietro nel tempo, nel 1966, quando un’altra alluvione più forte di quella potata da Vaia aveva devastato questo territorio.
Dopo questi incontri ci siamo sentiti ancora più motivati e decisi a portare a termine il nostro compito prestando loro il nostro servizio.

GIORNO 3 – 22 LUGLIO 2019

All’ora indicata dalla guida del CAI ci siamo messi in marcia con due accompagnatori d’eccezione: Aldo Volpato del CAI di Dueville e Agostino Ciesa del CAI di Arzignano. Con loro ci siamo avviati verso un sentiero a circa 5 chilometri di distanza dal comune di Posina, all’altezza del 5^ tornante dove inizia il sentiero numero 385 che attraverso la Val Caprara da Contrà Griso porta al Monte Pasubio dal versante Nord.
Inizialmente ci aspettavamo dei luoghi maggiormente devastati dalla tempesta Vaia, ma per fortuna abbiamo trovato dei sentieri che sono stati toccati dalla tempesta senza essere davvero distrutti, nei quali anche noi a mani nude, con piccoli interventi di manutenzione e sistemazione potevamo intervenire con la nostra forza ed energia. Abbiamo capito con il susseguirsi dei giorni che tipo di servizio era: facendolo siamo riusciti a metterci in gioco in un modo più diretto e pratico su altri fronti rispetto ai soliti e ci ha permesso di calarci in questa realtà e di fare qualcosa per il prossimo facendoci sentire parte attiva all’interno del nostro territorio. Nonostante la presenza di zecche e altri animali, ci siamo sentiti sicuri a muoverci sui sentieri con gli attrezzi, grazie alla presenza delle due espertissime guide CAI che ci hanno accompagnato e ci hanno aiutato a vedere i nostri limiti e i potenziali pericoli che ci circondavano, facendoci anche apprezzare le bellezze dei sentieri visitati. Aldo e Agostino sono state due figure preziose nel nostro cammino che ci hanno accompagnato e guidato durante le mattinate, unendo il lavoro agli approfondimenti storici e scientifico-naturalistici del bosco, ma anche utilitaristico-pratici della manutenzione dei sentieri.
I lavori sul sentiero consistevano nel riempire le fosse createsi per l’azione dell’acqua che in discesa, con tutta la sua potenza, aveva scavato il sentiero in vari punti trasportando con sé sassi e detriti che andavano spostati per poter livellare il percorso e renderlo agibile agli escursionisti che avrebbero voluto percorrerlo. Inoltre, le piante in diversi punti rendevano difficoltoso il passaggio perché con i loro rami occupavano il sentiero, alcuni alberi, invece, li abbiamo trovati sradicati e stesi di traverso ad ostruire il passaggio. E’ stato perciò necessario tagliare erbe, piante e rami e segare gli alberi che rendevano il sentiero poco agevole.
Il lavoro ha richiesto molto impegno fisico, ma ha rappresentato un momento di comunità che ci ha permesso di collaborare in funzione di uno stesso obiettivo di servizio.
Durante il lavoro si è rafforzato il nostro senso di comunità grazie alla divisione dei ruoli e delle mansioni. Chi sapeva fare alcune cose insegnava agli altri e chi invece non era così esperto si lasciava guidare senza sentirsi sminuito, in questo modo il lavoro procedeva armonioso e si facevano le cose insieme creando un clima di vera comunità.
Crediamo che l’inizio di questa esperienza possa essere una valida occasione per rafforzare il gemellaggio tra i nostri due Clan: Castelfranco Veneto e Vedelago.

GIORNO 4 – 23 LUGLIO 2019

Durante questa giornata abbiamo proseguito i lavori cominciati sul sentiero realizzando canali di scolo, segnavia, un muretto a secco e un ponticello di supporto scavando anche un tratto di passaggio per la prosecuzione del sentiero.
Abbiamo provato una grande soddisfazione riuscendo a completare la ricostruzione del sentiero.
Al ritorno, ripercorrendo quella strada, poter vedere le opere realizzate con tanta fatica, che ci erano costate ore di lavoro e sudore ci rendeva felici e realizzati al pensare che quei tratti di sentiero ora avrebbero potuto essere percorsi di nuovo da tutti, grazie a noi.

GIORNO 5 – 24 LUGLIO 2019

È arrivato per noi il momento di cambiare strada: oggi ci siamo avventurati nel sentiero 377 che da Contrà Lissa attraverso la Val Sorapache porta al Monte Pasubio.
In questo sentiero abbiamo riscontrato danni minori, ma abbiamo svolto comunque ordinari lavori di manutenzione tra cui la pulizia e la sistemazione delle canalette e il rifacimento di numerosi omini di pietra e segnavia cancellati a causa del passare del tempo e degli agenti atmosferici.
Il cammino è stato particolarmente suggestivo grazie alla bellezza del bosco e delle cascate che abbiamo esplorato nel corso della mattinata.
Ci si sentiva un po’ come degli eroi, creatori di ponti verso le bellezze della natura che il sentiero cela: un sentiero fresco e silenzioso, una cascata un po’ più su, un torrente con rocce scivolose ed acqua fresca a cui potersi ristorare, piccoli angoli di paradiso di cui noi abbiamo riparato gli accessi, nei quali ciascuno può ritrovare la onnipotenza di Dio e la bellezza del creato.

GIORNO 6 – 25 LUGLIO

Alcuni abitanti di Posina durante il nostro Hike ci hanno colpito con le loro parole dense di gratitudine per noi 14 ragazzi qualsiasi di un Clan del Veneto che hanno deciso di fare una Route di Servizio nel cuore della loro Regione. Siamo stati molto combattuti nella decisione per una Route di Servizio, era sicuramente più entusiasmante per noi andare alla scoperta di luoghi nuovi, facendo strada e dormire sotto le stelle, ma capendo le necessità che avevano questi luoghi e sapendo di poter dare il nostro contributo abbiamo deciso tutti insieme di impegnarci per questa causa, mettendo da parte quella che potrebbe essere stata una Route più accattivante per noi.
Vivendo l’esperienza però, siamo stati piacevolmente stupiti da come sia stata una Route istruttiva, anche di strada e come il servizio sia entrato nella nostra realtà dimostrandosi diverso da quello che facciamo durante l’anno: le persone in piazza ci fermavano per ringraziarci, ci facevano sentire importanti dando valore al nostro servizio e volevano notizie di cosa stavamo facendo, raccontandoci parte della loro vita e spiegandoci con trasporto l’importanza di quei luoghi in cui ci trovavamo ammonendoci di non sottovalutare la nostra opera di questi giorni. Per strada ci salutavano da lontano e qualcuno ci chiamava la sera dalla finestra facendoci trovare frutta fresca sempre pronta. E’ stato commovente vedere lo spirito di questa comunità che nonostante sia composta di poche persone non si arrende e lotta per mantenere vivo il proprio paesino dimostrando di esserci legata apprezzando e facendo sentire “a casa” chi in punta di piedi entra nei loro ritmi e nella loro realtà.

GIORNO 7 – 26 LUGLIO 2019

Questa esperienza ci ha temprato sia a livello fisico che spirituale in quanto nessuno di noi è abituato a queste attività, perciò sfidando i nostri limiti abbiamo compreso cosa significa compiere il nostro dovere verso Dio il nostro Paese aiutando gli altri in ogni circostanza.
Seppur sia stato un lavoro semplice e ordinario di manutenzione e sistemazione dei sentieri, partecipare a questo campo di servizio ci ha permesso di vedere le straordinarie persone che vivono a Posina, di ammirare la bellezza ineguagliabile del bosco, di apprezzare la bontà dell’acqua fresca, di godere della compagnia di persone preparate e di amici durante il lavoro, di vedere il mondo con occhi diversi, gli occhi dell’altro.

Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce. Noi che siamo abituati a cercare gli eventi a grande risonanza, le cose che fanno eco, la grande avventura o l’esperienza fuori dal comune, molto spesso dimentichiamo che le cose belle sono proprio le più semplici e sono spesso vicino a noi. Questa Route ci ha insegnato che è così semplice poter procurare la felicità agli altri che per il nostro futuro ci auguriamo di saper aprire gli occhi verso gli altri e riuscire a trovare lo straordinario nell’ordinarietà della vita. Solo traendo il massimo da ogni esperienza e donandolo agli altri potremo diventare uomini e donne di valore.
Dopo questi giorni, ci sentiamo di dire che anche l’azione più piccola può essere un contributo importante nella comunità, una piccola scintilla che può essere quella che dà il via ad un incendio di solidarietà. Cerchiamo tutti di essere quella scintilla!