Qualche mese fa, ci è stato proposto di avventurarci in una località chiamata Pinié, in provincia di Belluno, per risanare i sentieri rovinati dalle intemperie avvenute ad ottobre e dalla naturale crescita della vegetazione.
In particolare, il sentiero da risanare fu quello che risale il monte Tudaio (2.140 m), custode di un patrimonio storico importante, risalente alla prima guerra mondiale, conservato e mantenuto con cura dai volontari appassionati. La strada da ripulire viene chiamata “La Direttissima” poiché sfreccia fino in cima con una pendenza notevole, a differenza della principale strada militare che presenta 35 tornanti. Passammo 3 giorni intensi su per quel sentiero arduo e faticoso del monte Tudaio ad aprire sentieri e tagliare pini. Particolarità di questo sentiero è la sua impervia salita, piena di punti critici e un ripido dislivello.
Noi, Clan di Verona e di Venezia, non abbiamo rinunciato alla proposta, ci siamo buttati senza sapere quale magnifica opportunità fosse. Abbiamo campeggiato nel campo sportivo offerto dai responsabili che ci hanno fornito gli attrezzi e i guanti da lavoro, i servizi e tanta disponibilità.
Dotati di mappe e guidati da gente esperta, quali membri del CAI e appassionati del posto, abbiamo capito quali erano i punti colpiti dalla tempesta e agito di conseguenza con cesoie, seghetti e guanti.
I nostri due clan, uno di Venezia e uno di Verona, un po’ per dovere scout, un po’ perché entusiasti di provare questa nuova esperienza, ci siamo buttati a capofitto in questa particolare ma ripagantissima esperienza. I due gruppi prima di affrontare questa sfida non si conoscevano, ma senza timori o indugi abbiamo subito rotto il ghiaccio già dal primo fuoco serale, e ci siamo trovati sempre benissimo. Tra un sacco di canti, scambi di usanze scout, giochi e bans tutto è sempre andato per il meglio. Dal 4° giorno in poi, i nostri due clan si sono divisi, e noi del Robegano siamo rimasti al campo, mentre il Val Pantena si è diretto verso le tre cime di Lavaredo. In quella giornata siamo partiti per raggiungere un rifugio lì vicino, il rifugio Spagnolli ad un’altezza di circa 2.045 m slm. Raggiunto il punto di partenza del sentiero, siamo partiti con lo zaino verso il rifugio, e dopo due ore e mezza di camminata serena, forse già allenati dal lavoro dei giorni prima, abbiamo raggiunto l’obbiettivo. La vista da lassù era magnifica e l’atmosfera fantastica, verso sera qualche goccia, ma per fortuna il giorno dopo è venuto fuori il sole per tutta la giornata. La mattina del ritorno verso il campo, siamo saliti ancora più alti verso una forcella. Raggiunta la vetta, non si poteva non notare tutta la vallata e i paesi da un lato, mentre all’altro tutta la cresta di rocce con Sappada in lontananza. Ritornati in base, fatto l’ultimo fuoco, l’ultimo giorno lo abbiamo passato a sistemare il posto e le tende. Esperienza unica, daremo 5 stelle su Trip Advisor :-).
L’opportunità di metterci in gioco proposta dalla nostra Associazione e dal CAI, ha fatto sì che ci accorgessimo di quanto sia grande il mondo della montagna e la gente che la vive. Mentre pulivamo il sentiero dai pini mughi e dalle erbacce, il risultato non sembrava arrivare mai. Ora, oltre ai centimetri di terra e cielo che vediamo in più, c’è anche una nuova consapevolezza, la consapevolezza che il sudore e la fatica ha dato un nuovo spirito, motore che accorcia la distanza da una nuova avventura. Ringraziamo quindi la montagna che ci ha riuniti e ci ha fatto più forti, ora quando ripercorreremo quel sentiero ripenseremo a quanto faceva male la schiena di giorno e quanto erano spensierati i sorrisi la sera.
Il quarto giorno noi del Valpantena abbiamo lasciato il campo, per partire verso le Tre Cime di Lavaredo. Inutile dire che si respirava un’aria speciale, resa unica grazie ai pensieri tranquilli che si sono scambiati i primi giorni di servizio.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.