“Nel vostro passaggio in questo mondo che ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate e dovunque voi andiate, state lasciando dietro di voi una traccia. La vostra traccia in questo mondo è segnata da azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che scrivete. Le azioni sono pietre miliari, fissate in modo permanente. Le frasi sono orme che però il tempo può alterare o cancellare. Le parole scritte sono tacche coscientemente lasciate sugli alberi della propria vita”. (Baden Powell)
Tracce di accoglienza: incontro tra seminatori e cercatori
In un caso come nell’altro, è bene ricordarsi che si lascia sempre qualche tipo di traccia: e quindi, volgendo i propri passi nella giusta direzione, potete indirizzare bene anche coloro che vi seguono.
È questa la dinamica ricorrente nel nostro fare educazione all’interno dei nostri gruppi e del nostro territorio in cui siamo inseriti, la stessa dinamica che vorremo utilizzare anche per affrontare il tema dell’accoglienza che in questo periodo sta interrogando a fondo il nostro essere scout.
Il percorso che abbiamo proposto vuole offrire delle occasioni di lettura del proprio territorio per meglio osservare sì la realtà, i problemi e le buone prassi nell’accoglienza dei migranti, ma altresì valorizzare anche quelle esperienze che esercitano l’accoglienza in altri ambiti del sociale.
Valorizzare la capacità di accoglienza significa abbandonare l’assistenzialismo (unidirezionale e a fondo perso) per produrre valore e legame attraverso l’energia che si sprigiona da due fonti fondamentali: la reciprocità e la gratitudine.
La prima, contrariamente a un senso comune un po’ condiscendente, ha profondamente a che fare con la dimensione dell’ospitalità: che viene da hostis, termine latino che significa tanto “straniero” quanto “nemico” (e non a caso: ciò che non si conosce è sempre minaccioso), al quale si aggiunge il suffisso -pa, che indica il “prendersi cura”.
L’altra forza potente è quella della gratuità e della gratitudine. Difficile dare ciò che non si è ricevuto; conoscere e fare proprio ciò che non sì è sperimentato.
Il circuito della gratitudine non resta infatti confinato al rapporto io-tu, all’obbligazione al contraccambio che il dono rischia così spesso di produrre, ma è eccentrico e vitale, proprio perché la restituzione non procede a ritroso, verso chi ci ha aiutato, ma in avanti, verso chi può aver bisogno di noi. La restituzione più bella è quella che restituisce ad altri, che mette in circolo risorse fresche e nuove. E, soprattutto, testimonia l’umana capacità di sollecitudine e attenzione per gli altri visti come fratelli: quell’ “I care” che giustamente don Milani aveva messo al centro della propria azione educativa, come antidoto all” “Who cares”? che ci trasforma tutti in potenziali Caino.
Abbiamo scelto di prenderci del tempo per confrontarci con don Davide Schiavon direttore della Caritas di Treviso che esercita l’azione concreta dell’accoglienza e con Mohamed Ba attore, musicista, narratore e mediatore culturale che ha saputo generare azioni di inclusione dall’accoglienza ricevuta.
Quest’assemblea vede anche alcune chiamate al servizio che elenchiamo:
Ci diamo pertanto appuntamento
Domenica 07 aprile 2019
presso Collegio Salesiano Astori
via Guglielmo Marconi, 22 – Mogliano Veneto (TV)
Nella nostra regione l’Assemblea prevede la presenza dei Gruppi e delle Zone attraverso la partecipazione dei delegati, l’invito alla partecipazione è comunque rivolto a tutti i capi che abbiano desiderio o curiosità di essere presenti per portare il proprio contributo.
Vi aspettiamo in tanti
I Responsabili regionali e Assistente AGESCI Veneto Silvia, Ivano e don Antonio
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